giovedì 19 maggio 2016

Della trasferta di lavoro fantasmagorica

Sto traducendo. Un testo impegnativo, uno di quelli che ti fanno diventare pazza. Ma dal letame nascono i soldini, mentre dai diamanti, - quelli che ti lanciano addosso e devi pure restituirli - non nasce un cazzo di niente. Il telefono squilla, mi chiamano dalla redazione, e in cuor mio spero che mi propongano una conferenzina o magari un'altra traduzione.

- Hai la possibilità di andare a Verona?
- Sì, grazie. Di questi tempi io non dico mai di no!
- E poi, ecco... avrei un'altra proposta, ma mi rendo conto del poco preavviso... sarebbe una conferenza di due giorni a... Las Vegas.

Da quel che mi ricordo, perché a seguito dell'accenno a Sin City, non credo che la povera C. abbia potuto dire molto di più, perché giusto il tempo di controllare la data di scadenza del mio passaporto e avevo già detto "Sì, io ci vado!". E l'ho fatto nel modo più pacato e professionale possibile: saltando, imitando Elvis, esplodendo in isteria euforica, balbettando, tremando ed esultando.
E quindi è  tutto vero, finalmente vedrò la City of Lights, la capitale dei condizionatori a cannone, eppure, uno dei luoghi che ho sognato di vivere da sempre.



Io mi impegno e accolgo le sfide, tutte le sfide, persino quelle che sembrano volermi mettere in ginocchio. E poi, all'improvviso, qualcosa di fantasmagorico accade e ti sconvolge. E sono incredibili le sensazioni che mi stanno travolgendo da poche ore a questa parte. Sensazioni insperate a seguito di un ennesimo crollo immotivato, scaturito da niente se non da me stessa, durato giorni e giorni, cui nessuna parola, nessun abbraccio, nessun conforto sapevano porre fine.

Non so se questo viaggio sia un risarcimento, un anticipo su tutto quello che mi deve il mio angelo custode, ma quel cicciottello rincoglionito - che mi ha abbandonata a me stessa e alle mie debolezze - deve essersi messo una mano sulla coscienza, deve essersi rimboccato le maniche e si dev'essere messo al lavoro per me. E di questo sono riconoscente. E sono riconoscente anche al mio San Nicola che ha sempre a cuore gli spiantati.

Sono riconoscente per tutto il lavoro che sembra continuare ad accrescere proprio in un momento in cui avevo il terrore che diminuisse fino a scemare del tutto. Sono riconoscente per la Milvi Army, un esercito di amiche e amici che mi hanno a cuore e che soprattutto lo dimostrano. Sono riconoscente nei confronti di quegli aspetti della mia natura che si ostinano a tener vivi entusiasmo e follia, perché so che rappresenteranno la via di uscita da questo medioevo infernale nel quale mi ritrovo murata viva. Ma io ho un bel martello in mano, e fischiettando "Bella Ciao", io lo voglio demolire anche a costo di sfiancarmi.

E allora torna, voglia di vivere.
Torna anche tu, voglia di essere felice.
Prendete per mano la voglia di ridere e cantare, così come quella di credere che presto tutto il dolore sarà soltanto l'ennesimo insegnamento e non dimenticatevi della voglia di avere speranza, perché lei è zoppetta e rimane sempre indietro, ma si affanna come nessun altro per rimanere nel branco e tenere il passo.

E quindi : Viva Las Vegas!
E viva  - anche un pochino - Milvina Drama Queen, perché ha scelto di splendere e brillare.





Nessun commento:

Posta un commento